Gli shampoo per cani e gatti
La cura della pelle e del mantello dei nostri carnivori domestici, così come il trattamento delle dermatosi (malattie della pelle), passa sempre attraverso l’uso di topici, ossia medicinali o prodotti di cosmetologia che agiscono localmente.
Autore: J.L. Mathet – Settembre 2016
Definizioni
La pelle è un organo complesso, il più esteso del corpo, che costituisce una barriera anatomica e fisiologica fondamentale, la barriera cutanea, tra ambiente esterno (ossia l’ambiente) e l’interno. La pelle riflette lo stato fisiologico dell’intero organismo e permette di mantenere la sua omeostasi (ossia un equilibrio) biochimico e termico.
È difficile definire una pelle “sana” perché, come spiegano E.BENSIGNOR ed E.VIDEMONT nel loro Guida pratica di dermo-cosmetica veterinaria, ogni cane o gatto possiede una pelle e un mantello che gli sono specifici. La nozione di normalità cutanea si basa su criteri estetici, fisiologici e funzionali propri dell’individuo (età, razza, sesso, eredità). Inoltre, parametri esterni influenzano anche la salute della pelle (ambiente, alimentazione, condizioni di vita).
Questa superficie di contatto è quindi adatta a trattamenti locali, sia che si tratti di shampoo, spray, creme, pomate, salviette, schiume, spot-on (pipette da applicare), gel, lozioni e altro. Gli shampoo sono prodotti liquidi composti da agenti tensioattivi pulenti associati a addensanti, ammorbidenti, idratanti, e profumi. Il loro obiettivo è pulire senza danneggiare, eliminando le impurità, ripristinando l’ecosistema cutaneo e combattendo gli odori.
Alcune formulazioni hanno attività complementari e partecipano alla terapia delle dermatosi grazie alle loro attività lenitive, antisettiche, regolatrici della desquamazione o antisettiche. Infine esistono shampoo considerati veri e propri farmaci e quindi rilasciati su prescrizione.
Gli agenti tensioattivi sono molecole che presentano un’affinità per l’acqua e per l’olio (dette anfifiliche), con un polo idrofilo che attira l’acqua e una coda lipofila che attira l’olio. Le loro proprietà tensioattive permettono quindi di mescolare acqua e olio, e sono stabili nel tempo. Questi agenti presentano dunque la capacità di adsorbire a diverse interfacce (acqua/olio, aria/acqua) e ridurne la tensione superficiale (bagnatura), formare emulsioni, poi solubilizzare e disperdere i detriti durante il risciacquo.
Gli shampoo adatti ai cani (e ai gatti) devono quindi avere effetti lavanti e schiumogeni elevati, una consistenza e un profumo piacevoli all’uso, e un facile risciacquo. Inoltre, è indispensabile un’eccellente tolleranza fisiologica, tenendo conto delle particolarità fisiologiche della loro pelle e in particolare del pH che è ritenuto piuttosto neutro a basico (da 7,4 a 8,5) contrariamente all’uomo in cui la pelle presenta un pH più acido.
Il lavaggio
Diversi effetti sono ricercati durante un shampoo:
una azione meccanica tramite l’eliminazione delle impurità, degli eccessi di squame e delle croste, grazie all’azione combinata dell’acqua e degli agenti pulenti
un’azione associata terapeutica secondo la dermatite presente (effetto antisettico, antisettico, idratante, lenitivo, ristrutturante)
un’azione cosmetica migliorando l’aspetto visivo del mantello, la sua lucentezza, la sua morbidezza
Queste azioni saranno efficaci a condizione di rispettare alcune semplici regole:
- realizzare una spazzolatura preliminare del mantello per eliminare i principali detriti e peli morti
- prendersi il tempo necessario ! uno shampoo eseguito in fretta e furia, in caso di emergenza, non può essere efficace, l’animale e il suo proprietario saranno stressati e l’osservanza sarà scarsa
- preparare il proprio materiale (spazzole, prodotti, asciugamani)
- eseguire i bagni in una stanza adeguata all’animale (dimensioni, nervosismo, ricettività), e prevedere un tappeto antiscivolo per limitare le scivolate
- utilizzare acqua tiepida a moderatamente calda
- utilizzare una quantità sufficiente di prodotto e massaggiare a lungo il mantello insistendo sulle zone da trattare (uno shampoo generalizzato non è utile per dermatosi localizzate)
- iniziare dalla parte anteriore dell’animale e terminare nella parte posteriore, la parte superiore poi la parte inferiore, evitando le mucose, gli occhi e l’ingestione del prodotto
- lasciare agire i principi attivi per 5-10 minuti prima del risciacquo, e accarezzare dolcemente l’animale per farlo aspettare
- risciacquare a lungo senza dimenticare nessuna delle zone esposte allo shampoo
- idealmente dovrebbero essere realizzati 2 shampoo : uno primo piuttosto rapido per un effetto lavante, un secondo prolungato per l’effetto trattante o preventivo desiderato, con un tempo di contatto prolungato
- asciugare con asciugamani assorbenti nel senso del pelo, o addirittura con un asciugacapelli successivamente mentre si spazzola il mantello
E’ possibile anche utilizzare 2 prodotti con principi attivi diversi successivamente con un risciacquo accurato tra di essi, al fine di combinare i loro effetti, ad esempio uno shampoo antisettico e poi uno shampoo emolliente o idratante. Possono essere applicate anche lozioni sul mantello ancora umido per rafforzare l’effetto idratante o migliorante.
La frequenza degli shampoo deve essere adattata in base a ciò che ci si aspetta dalla loro azione, all’ambiente dell’animale, al suo stato di salute, al suo mantello e ai desideri dei proprietari. Per una semplice manutenzione del mantello, i lavaggi possono essere effettuati tutto l’anno a intervalli regolari.
Quando è ricercata un’azione terapeutica nella gestione di una dermatite, gli shampoo possono inizialmente essere bisettimanali o anche quotidiani, poi distanziati due o tre volte al mese a seconda della risposta clinica. Ovviamente, la disponibilità e il consenso del proprietario devono essere presi in considerazione: alcuni shampoo curativi possono essere vantaggiosamente realizzati in clinica.
La conservazione degli shampoo è altrettanto da considerare: infatti, tappi o bocchette mal puliti, flaconi mal conservati possono essere colonizzati da batteri patogeni, successivamente dispersi sul mantello durante i successivi shampoo. Sono stati descritti casi di infezioni cutanee a seguito dell’uso di shampoo contaminati.
Principi attivi e modalità d’uso degli shampoo
Si distinguono diversi agenti attivi a seconda dell’obiettivo ricercato e della dermatite eventualmente interessata.
Per mantenere una pelle “in buona salute”, si dovrà utilizzare shampoo ad uso regolare, dove si cercheranno potere schiumogeno e lavante, e alta tolleranza. Sono prodotti delicati, lavanti, idratanti e garantiscono la brillantezza del mantello.
Infezioni cutanee (o piodermiti)
Le piodermiti sono infezioni microbiche cutanee causate da batteri con produzione di pus. Molte specie di batteri sono presenti sulla pelle sana e si equilibrano tra loro per evitare una proliferazione anormale. La pelle è una barriera efficace contro le aggressioni esterne e quindi impedisce l’insorgenza di malattie infettive. In caso di squilibri causati da fattori esterni o interni, germi normalmente incapaci di moltiplicarsi prolifereranno causando un’infezione purulenta (foto 1).
Gli shampoo antisettici trovano qui un’importante collocazione in associazione all’uso di antibiotici. Ne riducono anche l’uso, grazie alla loro azione adiuvante, che è attualmente un orientamento consigliato con l’incremento delle antibioresistenze.
I principali principi attivi sono clorexidina, povidone-iodina, perossido di benzoile, lattato di etile o piroctone olamina. Ci sono anche molecole con azione igienizzante, ma che non possono vantare una reale azione antisettica come in fitoterapia o più recentemente l’argento associato all’acido ialuronico.
Dermatiti allergiche
Oltre all’azione meccanica legata al lavaggio che permette l’eliminazione degli allergeni in superficie, una reidratazione efficace così come effetti emollienti e lenitivi sono fattori ricercati negli shampoo destinati a lenire le pelli infiammatorie degli stati allergici (foto 2 e 3).
I principi attivi utilizzati sono anche gli acidi grassi essenziali, i monosaccaridi, i lipidi epidermici (fitosfingosina), gli estratti colloidali di avena, oli essenziali di fitoterapia, corticosteroidi locali.
Esistono molte presentazioni, le loro applicazioni regolari hanno un’azione antipruriginosa breve ma complementare anche qui ai trattamenti orali antinfiammatori (antistaminici, corticosteroidi, ciclosporina). Questo effetto di risparmio è particolarmente ricercato durante l’uso dei corticosteroidi orali, deleterio a lungo termine per l’animale.
Stati cherato-seborroici
Si distinguono qui le seborree secche, grasse, gli ispessimenti cutanei (iperceratosi), le dermatosi squamose, l’acne e le pelli comedoniche. A seconda della presentazione, il mantello sarà opaco o di aspetto oleoso, talvolta arruffato. Le anomalie della cheratinizzazione generano grandi quantità di scaglie (‘forfora’), di dimensioni e aspetto variabile. Si distinguono disturbi primari (metabolici o genetici), disturbi secondari ad altre dermatosi (parassitarie, allergiche, disendocrinie…) (foto 4).
Le ghiandole sebacee, le ghiandole sudoripare e i cheratinociti producono uno strato lipidico protettivo che ricopre la pelle nei mammiferi. Questo film lipidico è composto dal sebo ghiandolare e dal film inter-corneocitario. Vi si trovano trigliceridi, cere di esteri, colesterolo, ceramidi, acidi grassi liberi. Qualsiasi perturbazione di questa composizione è anche all’origine dei disturbi seborroici.
Il pregiudizio estetico e cosmetico di queste dermatosi è importante perché modifica l’aspetto esteriore dell’animale. Gli odori prodotti durante seborrea grassa sono talvolta sgradevoli e persistenti (odore di lipidi rancidi).
D’altra parte, le complicazioni infettive batteriche (stafilococchi) e fungine (lieviti del genere Malassezia) sono frequenti e richiedono un trattamento specifico dove le cure locali e in particolare gli shampoo – antisettici – trovano tutta la loro utilità.
I principi attivi impiegati sono agenti detti cheratomodulanti, cioè regolano la proliferazione eccessiva delle cellule cornee (cheratoplastiche) o permettono l’eliminazione delle scaglie e delle placche cornee in eccesso (cheratolitiche). Gli agenti anti-seborroici diminuiscono la produzione sebacea, e gli emollienti migliorano l’idratazione della pelle aumentando il contenuto di acqua dell’epidermide.
Cheratomodulanti | Agenti anti-seborroici |
Acido salicilico | Perossido di benzoile |
Catrame di carbone | Disolfuro di selenio |
Zolfo | Gluconato di zinco |
Lattato di ammonio | Vitamina B6 |
Fitosfingosina | Fitosfingosina |
Disolfuro di selenio | Acidi grassi essenziali |
Oli essenziali (fitoterapia) | |
Emollienti lipidici | Emollienti non lipidici |
Oli vegetali (oliva, sesamo, cocco) | Glicerina |
Oli animali (lanolina) | Acido lattico |
Oli minerali (paraffina, vaselina) | Poliesteri di acidi grassi |
Propilene glicole | |
Urea | |
Chitosanide |
Conclusione
La composizione in principi attivi è fondamentale durante un utilizzo nella gestione topica di dermatosi. Esistono moltissime gamme, e ciascuno si orienterà in base alle indicazioni, all’aspetto del prodotto e alla sua facilità d’uso (effetto schiumogeno, profumo, facilità di risciacquo). I prodotti della gamma dermatologica veterinaria saranno logicamente da preferire quando è atteso un effetto terapeutico: il vostro veterinario saprà consigliarvi. Esistono ovviamente altre alternative topiche (spray, mousse, salviette, gel, pomate) da utilizzare in base alle zone da trattare, al mantello e alla comodità d’uso.
In ogni caso, lo shampoo del proprio animale domestico è un atto gratificante, utile ed efficace a condizione di utilizzare il prodotto giusto e di organizzarsi al meglio. Meglio una frequenza minore ma uno shampoo applicato e risciacquato correttamente che un bagno realizzato in fretta, nello stress del padrone… e del suo animale!